05 novembre 2007

Rifiuti: parliamone!


Via Asolana e dintorni, 1 novembre 2007

Questa zona era stata ripulita con cura in primavera...(vedi post) a quanto pare non c'è modo di sottrarla al suo crudele destino.

Lo so... quest'indecenza si trova appena oltre il confine di Borso del Grappa. In passato mi avete subito fatto notare che «Lì è Crespano!» ed il pensiero che, di fronte ad un simile scempio, si possa puntualizzare sui confini, mi getta nel più totale sconforto. Borso o Crespano che differenza fa? La mia indignazione non ha confini! Possibile che non si possa fare nulla per eliminare questa vergognosa abitudine?

E se non c'è modo di individuare, isolare e punire chi si macchia di simili nefandezze, si potrebbero almeno premiare, o quantomeno gratificare, i cittadini che si dimostrano rispettosi dell'ambiente. Invece accade esattamente il contrario:

Chi per abitudine pratica l'abbandono selvaggio dei rifiuti agisce indisturbato nella più totale indifferenza.

Chi con impegno e dedizione pulisce, riordina, raccoglie, separa, sminuzza, schiaccia, carica in auto e porta in discarica sa che nella migliore delle ipotesi dovrà subire gli sguardi diffidenti e sospettosi degli operatori del C.A.R.D. , sempre che non debba riportarsi a casa qualcosa perchè:

È SECCO!.... A__ C_ A_ S_A_!

A me è successo e a voi?

Se non mi merito premi e gratificazioni perchè sto semplicemente facendo il mio dovere di corretto cittadino rispettoso dell'ambiente vorrei almeno evitare quell'inspiegabile senso di colpa che mi ritrovo addosso ogni volta che varco il cancello della discarica. Ma ciò che desidero più d'ogni altra cosa è non vedere più immondizia abbandonata lungo le strade. Utopia?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma come? Come ti permetti di chiamare "rifiuti" questa ammirevole e tradizionale rappresentazione di "arte contemporanea"? :) E'una forma di comunicazione che coniuga passato e presente, è il ponte che unisce il vecchio al nuovo. Fin dalla notte dei tempi, è usanza lasciare un segno della nostra presenza per valli e siepi, come dono per la stagione appena trascorsa: le pulizie di primavera, il riordino d'autunno... Ma mentre una volta i "doni" erano poca cosa e soprattutto biodegradabili, ora con l'avvento dei nuovi materiali, hanno le forme più disparate e fantasiose. Con buona pace di chi pensava che questa fosse solo una tradizione del sud. Beh effettivamente, qui abbiamo il buon gusto (o la vergogna?) di nascondere le nostre opere nel ristretto margine boschivo.
Un saluto affettuoso,
Loris

Nicoletta ha detto...

Riconosco che non sono dotata di senso artistico,... ma...meglio così!! ;)
Ciao. A presto
Nicoletta